sabato 20 novembre 2010

Save the "5 x Mille"

Rischiano di diminuire drasticamente i fondi alle associazione del terzo settore in Italia.
Questo è il risultato al quale portano le nuove scelte riguardo il “5 per mille”, contenute nella legge di stabilità approvata il 12 novembre in Commissione Bilancio e ieri alla Camera.
Il testo è stato approvato con 303 sì contro i 250 no e l’astensione dei deputati delle minoranze linguistiche.
A favore del ddl hanno votato il Pdl, la Lega e Fli, ora la prossima votazione spetta al Senato.
La protesta,sollevata dalle organizzazioni no-profit, riguarda il “tetto “ imposto al 5 per mille di 100 milione.
Ovvero con la prossima dichiarazione dei redditi verranno distribuiti alle associazioni beneficianti del 5 per mille solo 100 milioni, mentre il denaro restante,donato dai cittadini alle medesime associazioni sempre tramite il sistema del 5 per mille,verrà trattenuto dallo Stato.

“E’ una scelta grave e pericolosa” afferma il portavoce di Terzo Settore A.Olivero “Grave perché in aperta contraddizione con quanto dichiarato dal governo, che da un lato non perde occasione di lodare il volontariato e il terzo settore, dall’altro cancella l’unico strumento di sostegno alle sue attività, in barba a ogni principio di sussidiarietà. Pericolosa perché riduce il sostegno a un soggetto capace di mobilitare a sua volta risorse umane ed economiche importanti e il cui ruolo è cruciale per ricostruire coesione e inclusione sociale, nonché sostenere le persone più colpite dalla crisi. Quasi 15.000.000 di contribuenti ogni anno hanno scelto di sostenere il terzo settore tramite il 5 x mille, in questo modo essi vengono traditi nella loro libera scelta”.

Le organizzazioni no-profit hanno lanciato un appello al Parlamento: “ Si tratterebbe […] di una riduzione del 75% rispetto all’importo destinato nell’anno precedente (peraltro già oggetto di una limitazione rispetto al totale dei fondi raccolti). Tale ulteriore taglio si aggiunge a quelli effettuati al bilancio della cooperazione internazionale italiana, ai contributi alle istituzioni internazionali che si occupano di aiuti ai paesi in via di sviluppo e a quelli per la ricerca scientifica, universitaria e sanitaria” come si legge nell’appello,” Questi tagli si ripercuotono significativamente sull'operatività delle organizzazioni del terzo settore .[…] Tali organizzazioni, non diversamente da altre realtà sociali ed economiche, basano la loro attività sulla programmazione finanziaria degli impegni attuali e futuri per rendere sostenibile il proprio agire nei diversi settori di riferimento”. Non solo ma “Tagliare i fondi a disposizione del "5 x 1.000" significherebbe quindi limitare drasticamente la libertà dei cittadini di decidere come destinare la propria quota dell'imposta sui redditi direttamente a sostegno degli operatori del terzo settore”.
L’appello, firmato da molte associazioni di volontariato: Emergency, Libera, Gruppo Abele, Greenpeace, Coordinamento Italiano Network Internazionali (ActionAid, AMREF, Save the Children, Terre des hommes, VIS, World Vision e WWF), Medici senza frontiere, Amnesty International ,Unicef Italia e molte altre tra cui alcune associazioni culturali, termina con la richiesta di reintrodurre almeno la quantità dei fondi previsti per il 2010, circa 400 milioni.

Parole dure vengono dal fondatore di Emergency ,Gino Strada (Intervista di Luca Galassi per PeaceReporter): “Il nostro parlamento brulica di corrotti, condannati con sentenza definitiva, ladri, truffatori, sporcaccioni, voltagabbana, evasori fiscali, mercanti di voti, tutti nemici spietati di ogni idea democratica, volgarmente e crudelmente insensibili ai bisogni e ai problemi dei più poveri. E' allora "normale" che stanzino fondi per le armi o per le scuole private sottraendoli a quelli per la ricerca e per gli aiuti. Ma non è questo il solo aspetto grave della vicenda" continua “Ma la questione del tetto al 5 per mille è molto grave perchè è un segno della mentalità autoritaria di questi politici e della loro incoerenza .
La loro idea di democrazia e di rispetto della libertà dei cittadini è molto semplice: i cittadini sono liberi di scegliere se destinare allo Stato il 100 per cento delle loro tasse o solo il 99 e qualche e dare il loro 5 per mille a cause umanitarie e un altro 8 per mille a varie Chiese. Bene.
Però, se i cittadini esercitano davvero questa libertà riconosciuta, allora non va bene. Si mette un tetto: 100 milioni al 5 per mille.[…]Secondo i signori della politica, i cittadini sono liberi di scegliere solo se a scegliere in un certo modo sono in pochi. Una libertà condizionata, insomma, un vero e proprio insulto alla libertà di scelta dei cittadini, all'esercizio dei diritti. Tradotto in termini più politici, é come dire che i cittadini possono votare contro chi ha il potere a condizione che a votare contro sia una minoranza. Loro la pensano proprio così”.
“E allora spero che si rimangino questa decisione-truffa, sarebbe un bel gesto prima di andarsene tutti a casa”.