lunedì 4 aprile 2011

“Comuni rinnovabili 2011”

L’annuale rapporto dei comuni rinnovabili di Legambiente, arrivato alla sua sesta edizione, disegna un’Italia diversa da quella che molti descrivono e sempre più “verde”.
I dati che emergono dal Rapporto 2011 di Legambiente, realizzato in collaborazione con GSE e Sorgenia, sono più che mai positivi. Aumento dei municipi che possiedono almeno un impianto di energia rinnovabile, passati dai 6.993 dell’anno scorso a 7.661, aumento delle tipologie d’impianto: eolico, idroelettrico, geotermico, a biomassa e biogas, solare, aumento degli impiegati nel settore, aumento dei comuni 100% rinnovabili.

“Queste esperienze dimostrano come le fonti rinnovabili sono oggi tecnologie affidabili, su cui è possibile costruire un modello energetico più moderno, efficiente e pulito” ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente “Occorre sostenere questo scenario, dando certezze a imprese, cittadini, enti locali, per sviluppare innovazione e qualità nel territorio, e consentire in poco tempo di raddoppiare gli attuali 120 mila occupati nel settore. Chiediamo al governo un impegno preciso in questa direzione, a cominciare da una modifica al Decreto Romani che ha di fatto frenato e tolto ogni certezza agli investimenti, introducendo un tetto alla crescita delle rinnovabili e una revisione degli incentivi che complica gli interventi”.

Come detto, uno degli aspetti più significativi è l’utilizzo sempre più ampio e diffuso di tutte le fonti a energia pulita, che oltre a permettere una produzione energetica maggiore aprono un ulteriore spazio alla ricerca e alle innovazioni in questo campo.
In testa risultano gli impianti fotovoltaici, 7.273, seguiti dagli impianti a biomasse o biogas, 1.033, che consentono la produzione di 7.631 GWh pari alla richiesta di energia elettrica di oltre 3 milioni di famiglie, e dagli impianti idroelettrici, 946, che raggiungono la produzione annuale di 3.952 GWh.
Ultimi per numero, ma non per importanza e produzione di energia, gli impianti eolici, 374, che nel 2010 hanno fornito il fabbisogno elettrico di oltre 3,5 milioni di famiglie, e quelli geotermici, 290, che producono circa 5.031 GWh di energia pari alla richiesta di oltre 1,6 milioni di famiglie.

Fiore all’occhiello dell’Italia sono i 20 comuni 100% rinnovabili che rappresentano i piccoli esempi per la costruzione di un modello energetico, applicabile in tutto il paese, basato esclusivamente su fonti di energia pulite. A garantire il totale fabbisogno energetico a questi comuni, tra cui Lecce, Agrigento, Isernia, è l’utilizzo incrociato di diversi impianti: i fabbisogni termici sono garantiti da impianti a biomasse allacciati a reti di teleriscaldamento mentre, quelli elettrici, sono garantiti da un insieme di diversi impianti da rinnovabili.
Altro dato importante che emerge dal rapporto è l’alto numero di comuni che producono addirittura più energia elettrica di quanta ne consumano, che risultano essere 964, e quelli che superano invece il fabbisogno termico che risultano essere 27.

Il rapporto di Legambiente contiene anche gli interventi ritenuti più urgenti per costruire un nuovo modello energetico: norme semplici e trasparenti per l’approvazione dei progetti da fonti rinnovabili, istituire una qualificata struttura d’incentivi di progressiva riduzione, la costruzione di una rete energetica che permetta un’adeguata distribuzione dell’energia e una politica che incentivi l’efficienza energetica in edilizia, negli impianti, nell’offerta ai cittadini e alle imprese.

“I Comuni rinnovabili italiani sono un esempio di successo e una chiave fondamentale per capire come dovrà funzionare un modello energetico costruito intorno alle fonti pulite e agli impianti più efficienti” ha sottolineato Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente “Il dibattito politico italiano dovrebbe guardare a queste esperienze […] Puntare su rinnovabili ed efficienza energetica è una sfida nell’interesse dell’Italia e dei suoi cittadini e può diventare una grande opportunità di competitività per un sistema industriale come il nostro che ha il suo cuore nelle piccole e medie imprese. La sfida ora è costruire una seconda fase dello sviluppo delle rinnovabili nel territorio, per raggiungere gli obiettivi europei di sviluppo al 2020 e poi continuare a progredire nell’innovazione energetica e in una progressiva uscita dalle fonti fossili”.

da www.labsus.org