SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E' una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.
ROBERTO SAVIANO
Si unisce ieri ,alle tante voci di dissenso per il disegno di legge sul “processo breve”, anche quella di Roberto
Saviano. Lo fa tramite un appello al Presidente del Consiglio in cui lo allerta del rischio che in Italia possa distruggersi il diritto, divenendo uno strumento solo per i potenti. Il ddl ,che porta le firme del capogruppo ,del vice capogruppo e di 15 senatori del Pdl e che è stato firmato anche da Federico Bricola, presidente dei senatori della Lega, dal senatore Sandro Mazzatorta ,anche lui membro del carroccio e dal senatore a vita Francesco Cossiga, è composto di 3 articoli ed è stato scritto dal deputato del Pdl e legale del premier , Niccolò Ghedini.
Il disegno è annoverabile tra l’ennesimo tentativo di utilizzare la legge ed il diritto italiano a fini personali del Presidente del Consiglio, senza calcolare i danni che risulterebbero devastanti per la macchina della giustizia italiana.
Il testo è composto di tre articoli e si richiama alla tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi in attuazione della Costituzione e dell’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo , testo che è stato definito dal ministro della giustizia Alfano: “Non uno sfizio di Berlusconi, né un capriccio della maggioranza, ma è una esigenza del Paese”.
Effettivamente una riforma per rendere più rapida la giustizia italiana è riconosciuta utile anche dal Presidente dell’associazione nazionale magistrati Luca Palamara che però afferma:“L’ipotesi del processo breve è un idea che in astratto ci trova d’accordo,ma in concreto, senza interventi strutturali, rischia di creare seri danni al processo penale … è già alto il numero di procedimenti che si concludono con la prescrizione, che è una sconfitta per lo stato. E questo fenomeno diventerebbe maggiore. Oggi non ci sono le condizioni normative e organizzative per fare un processo beve”.
In sostanza l'articolo 2 del ddl prevede l'estinzione del processo penale per violazione dei termini di ragionevole durata fissati in due anni per il primo grado, due anni per l'appello e due anni per la Cassazione. Prescrizione dei processi con pene inferiori a dieci anni di reclusione se sono trascorsi più di due anni a partire dalla richiesta di rinvio a giudizio del pm senza che sia stata emessa sentenza ,ma con una serie di esclusioni,varrà in linea generale per il futuro, mentre entrerà subito in vigore per quelli in corso limitatamente al primo grado. Il processo “breve” vale però solo per gli incensurati.
Ovviamente l’approvazione del ddl porterebbe alla prescrizione dei processi in cui è imputato il Premier Silvio Berlusconi : sia per quanto riguarda il processo sui diritti TV di Mediaset , in cui Berlusconi è accusato di frode fiscale, sia per il “caso Mills”, in cui è accusato di corruzione.
L’allarme giunge nuovamente dal presidente dell’Anm insieme al segretario dell’associazione Giuseppe Cascini: “Gli unici processi che potranno essere portati a termine saranno quelli nei confronti dei recidivi e quelli relativi ai fatti indicati in un elenco di eccezioni, che pone forti dubbi di costituzionalità”.
"Saranno invece destinati a inevitabile prescrizione tutti i processi per reati gravi, quali abuso d'ufficio, corruzione semplice e in atti giudiziari, rivelazione di segreti d'ufficio, truffa semplice o aggravata, frodi comunitarie, frodi fiscali, falsi in bilancio, bancarotta preferenziale, intercettazioni illecite, reati informatici, ricettazione, vendita di prodotti con marchi contraffatti; traffico di rifiuti, vendita di prodotti in violazione del diritto d'autore, sfruttamento della prostituzione, violenza privata, falsificazione di documenti pubblici, calunnia e falsa testimonianza, lesioni personali, omicidio colposo per colpa medica, maltrattamenti in famiglia, incendio, aborto clandestino" per i quali sarà quasi impossibile raggiungere una sentenza di primo grado entro due anni dalla richiesta di rinvio a giudizio.
"Più che di una amnistia, si tratta di una sostanziale depenalizzazione di fatti di rilevante e oggettiva gravità".
Altrettanto critica il capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, che, rivolgendosi al ministro della Giustizia Alfano, chiede: "Noi vogliamo sapere quante migliaia di processi andranno al macero con questo tipo di riforma". "Vogliamo sapere - procede la Finocchiaro - quanti innocenti non vedranno dichiarata la loro innocenza a seguito di un processo regolare, e quanti colpevoli non verranno assicurati alle galere in relazione dei delitti commessi. Quale garanzia per la tutela dei cittadini e della loro sicurezza personale questo governo è disponibile ad apprestare? Poi possiamo ragionare su riforme vere e serie. Ieri abbiamo presentato i nostri punti di proposta. Confrontiamoci sulla lunghezza insostenibile dei processi italiani e non buttiamo al macero migliaia e migliaia di processi in tutta Italia soltanto perchè ci vuole una norma che sovvenga alle aspettative e ai desiderata di un imputato eccellente".
I processi che verrebbero bloccati sono moltissimi , dai più hai meno gravi.
Per fare un esempio il primo processo a carico del governatore Bassolino per lo smaltimento dei rifiuti, quello a carico dei coniugi Mastella per abuso d’ufficio e quello riguardante gli appalti truccati dell’Asl Napoli 1.
Ma ovviamente il decreto non toccherà solo la regione Campania ma si prevede che : al tribunale di Firenze siano a rischio circa il 60% dei processi,a Bologna il 40%.
Per non parlare dei più tristemente famosi processi : Unipol,Cirio, Parmalat , Bnl, Eternit.
Un’ulteriore nodo su cui convergono critiche bipartisan riguarda l’inclusione del reato di immigrazione clandestina tra i reati di grave allarme sociale (vedi mafia e terrorismo) , come proposto dal Carroccio, per questo firmatario del ddl.
Critica anche Giulia Bongiorno, presidente della commissione giustizia della Camera e avvocato di Fini,che afferma: “Suscita un certo stupore la scelta di includere nell'elenco dei reati di grave allarme sociale, come quelli di mafia e terrorismo, l'immigrazione clandestina che è una semplice contravvenzione peraltro punita con una banale ammenda”.
E mentre il premier minaccia di porre la fiducia sul ddl, non ci resta che aspettare e magari partecipare alla manifestazione del 5 dicembre .
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