domenica 25 ottobre 2009

Rifugiati? Politici



Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

Sabato 10 ottobre presso piazza Oberdan a Milano si è tenuta la 5 Notte Bianca della solidarietà. Che pur riprendendo il nome dalla “manifestazione culturale” ,che nei recenti anni si è svolta in molte città italiane, ha tutt’altro obbiettivo e rilevanza.
Il tema della manifestazione sottolinea un’altra grave pecca nella gestione dell’immigrazione in Italia.
Da più di 6 mesi , proprio nel centro della città di Milano, vivono e dormono su una striscia di asfalto rifugiati politici provenienti dal continente Africano, per la maggior parte dall’Eritrea.

L’Africa è il continente dove il problema è più grave; su una popolazione di circa 780 milioni di abitanti i rifugiati sono infatti più di 6 milioni (vale a dire una persona su 130, all’incirca il doppio della già allarmante media mondiale di 1 persona su 275).

La totale mancanza di provvedimenti e aiuti che dovrebbero essere garantiti dallo stato italiano,è stata incrementata ad aprile quando furono costretti a lasciare uno stabile alle porte di Milano(Bruzzano) ,il residence abbandonato Leonardo da Vinci,un rudere di 7 piani con 500 monolocali che 350 rifugiati politici, tra cui 28 donne e 2 bambini ,avevano occupato. Gli scontri con la polizia, in seguito all’occupazione da parte di circa una cinquantina di immigrati delle ferrovie vicine al residence , che avevano tentato di entrare nello stabile, hanno causato circa 9 feriti, di cui 8 trasportati in ospedali e molti contusi, alcuni dei quali si sono rifiutati di farsi trasportare in ambulanza per paura.
Durante il sit-in sui binari della ferrovia gli immigrati hanno sventolato i propri documenti e permessi di soggiorno e lenzuola su cui avevano scritto “WE NEED PEACE”, abbiamo bisogno di pace.

Il Vice sindaco Riccardo De Corato dopo aver espresso piena solidarietà alle forze dell’ordine ha aggiunto che i rifugiati hanno rifiutato l’ospitalità offerta dal Comune.
Poi ha aggiunto che “Milano di certo non può essere il ricettacolo per tutti coloro che sbarcano in Italia. Né può correre dietro a comitive di manifestanti che girovagano per la città pronti a provocare nuove tensioni. Se qualcuno pensa che qui, dove già si spendono 8 milioni all’anno per dare ospitalità a 300 asilanti, sia il paese di Bengodi, stiamo freschi”.


Gli immigrati tramite la “notte bianca” hanno tentato di attirare l’attenzione su questa situazione ed hanno manifestato pacificamente contro l’amministrazione comunale che oltre a non tener conto delle convenzioni di Ginevra non investe i finanziamenti che ha ricevuto dall’Unione europea proprio per affrontare il problema dei rifugiati.
Secondo le leggi internazionali i rifugiati politici devono ricevere: un alloggio, corsi di formazione e di lingua e ticket per mangiare e per accedere ai trasporti pubblici.
Leggi alle quali secondo l’articolo 10 della nostra costituzione l’Italia dovrebbe conformarsi.




venerdì 2 ottobre 2009

Perché partecipare alla manifestazione sulla libertà d’informazione

Art. 21

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
(…)


Si più dire che in Italia non vi sia libertà di informazione?
Più che altro si può dire che in Italia non vi è informazione libera e non perché soggetta a censure o autorizzazione ma perché intimamente legata alla politica,alle direttive dei partiti e dei governanti.
Un informazione veramente libera dovrebbe essere, riprendendo le parole di Valerio Onida Presidente emerito della Corte Costituzionale,” Un contro potere, un “cane da guardia” fedele ai propri riferimenti che sono la verità, l’approfondimento, l’onestà”
“Il nostro sistema del’informazione vive in una situazione di attentati all’autonomia perché la politica cerca di servirsi dell’informazione e l’informazione molto spesso si fa usare dalla politica”
(Ballarò del 29/09/09)

Nel rapporto 2009 di Freedom House (organizzazione autonoma che si pone come obbiettivo la promozione della libertà nel mondo) l’Italia è passato per la prima volta dall’essere nominato paese “libero” a paese “parzialmente libero” ,unico caso in Europa Occidentale insieme alla Turchia.
I motivo del declassamento italiano, secondo i membri di Freedom House, sono:
- La limitazione della libertà di parola da parte di nuove leggi e dei tribunali
- Le crescenti intimidazioni subite dai giornalisti
- L’eccessiva concentrazione della proprietà dei media

http://www.freedomhouse.org/uploads/fop/2009/FreedomofthePress2009_tables.pdf

Ieri 1 ottobre sul giornale britannico Economist è uscito un articolo intitolato “Museruola a chi informa” in cui il settimanale paragona l’Italia ad una delle deboli democrazie dell’Est Europa e continua affermando che “era dai tempi di Mussolini che non si aveva un governo italiano che interferisse con i media in maniera così lampante e allarmante”.
Riferendosi alla manifestazione di domani 3 ottobre dichiara che “I giornalisti e gli altri italiani Hanno ogni motivo di protestare(…) i giornalisti che l’hanno indetta hanno buone ragioni per preoccuparsi”.
L’Economist conclude affermando che “Le ordinanze di Berlusconi sembrano parte di un progetto per spazzare via le ultime enclavi ribelli rimaste in Italia”


Direttori di giornali italiani dimessi durante gli ultimi governi Berlusconi:

- 23 maggio 2003 Ferruccio De Bortoli si dimette dalla direzione del Corriere della Sera, le dimissioni suscitarono scalpore perché giunte dopo una serie di pressioni sulla direzione del giornale dell’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi.
La direzione venne affidata a Stefano Foffi un giornalista gradito a Berlusconi, il giorno seguente il Manifesto titolava “Anche il Corriere è suo”.

- 29 aprile 2009 Giulio Anselmi si dimette dalla direzione de La Stampa, le dimissioni
Furono sollecitate dal Governo che non aveva gradito molte posizioni critiche del suo giornale.


- 3 settembre 2009 Dino Boffo si dimette dalla direzione di Avvenire dopo aver subito duri
attacchi da parte de Il Giornale quotidiano edito dal fratello del presidente del consiglio Paolo Berlusconi.