lunedì 30 novembre 2009

Extraordinary Rendition


La Extraordinary Rendition è uno dei tanti metodi illegali ,utilizzati soprattutto dal governo americano, per combattere il terrorismo. Come detto si tratta di un’azione illegale di cattura e di detenzione di individui sospettati di terrorismo. Tutte le operazioni sono eseguite nella più totale clandestinità, privando l’individuo incarcerato del diritto internazionale di avere un “giusto” processo.
Le “Consegne Straordinarie” consistono nella deportazione ,del presunto terrorista catturato , o nello stato d’origine o in qualsiasi altro stato in cui sia presente una bassa difesa dei diritti umani e dove spesso sono vittima di sistemi carcerari disumani e addirittura di metodi di tortura.
Esisteva anche un’altra possibile applicazione ovvero la deportazione in prigioni situate all’estero che i servizi segreti americani gestivano direttamente, ma questo avveniva prima che Bush decidesse di spostare i 30 sospetti appartenenti ad Al Qaeda a Guantanamo nel 2006.
Artefice di queste operazioni è in primo luogo il governo americano ma non solo.
Nel 2007 una relazione del Parlamento Europeo ha condannato l’utilizzo di queste operazioni ed il coinvolgimento di altri governi , tra cui il governo inglese e quello italiano, e la loro scarsa collaborazione nelle indagini.
Nello stesso anno un rapporto del Parlamento Europeo dichiarava l’esistenza di più di mille voli organizzati dai servizi segreti americani nello spazio aereo europeo, a differenza delle dichiarazioni di Michael Hayden, direttore della CIA, che parlava di non più di cinquanta voli.

Questi metodi sono proibiti da molti trattati internazionali sui diritti umani come il “Convention Against Torture and Other Cruel, Inhuman or Degrading Treatment or Punishment” ( “Trattato contro la tortura e altre punizioni o trattamenti crudeli, disumani o degradanti”) e “l’International Covenant on Civil and Political Rights” (“Patto internazionale sui diritti civili e politici”); trattati che ovviamente gli Stati Uniti hanno firmato.
Margaret Satterthwaite e Angela Fisher, la prima assistente professore di medicina legale presso la New York Univeristy mentre la seconda ex assistente ricercatrice presso il Center for Human Rights and Global Justice, affermano che “Anzichè lavorare per portare coloro che commettono crimini contro gli Stati Uniti nelle corti di giustizia USA, l'amministrazione Bush sembra intenta nel fare esattamente l'opposto, tenere queste persone lontane dai tribunali, nascoste in una rete di prigioni segrete, celle sotterranee per gli interrogatori, e nelle mani di governi complici"
“Avendo alterato la procedura da un trasferimento ordinato dei tribunali Usa ad un trasferimento che è extralegale, quest'amministrazione ha completato la trasformazione delle extraordinary rendition da trasferimenti verso la giustizia a trasferimenti lontani dal sistema giudiziario".


Ma questo metodo non è nuovo al panorama politico americano:
- Nel 1986 il Presidente Reagan autorizzò le” Spedizioni verso la giustizia”(“Rendition to justice”), la prima e più”leggera” forma di Extraordinary Rendition, create allo scopo di condurre negli Stati Uniti individui che poi sarebbero stati sottoposti agli stessi trattamenti di qualunque altro detenuto in attesa di giudizio, escludendo la possibilità di sottoporre i detenuti alla tortura o ad altri trattamenti di questo genere.

- Nel 1995 il Presidente Clinton etichetto le spedizioni come una strategia chiave contro il terrorismo ed autorizzo la deportazione dei sospetti con la forza, svolte anche senza la collaborazione del governo ospite.
E risale proprio a quel periodo il primo caso noto di Extraordinary Rendition effettuato dai servizi segreti americani; si tratta della cattura e della condanna a morte di Tal'at Fu'ad Qassim, cittadino egiziano che fu catturato in Bosnia prima di raggiungere la Danimarca ,paese in cui gli era stato garantito asilo politico. Qassim dopo essere stato catturato fu trasportato in Egitto, dove venne prima condannato a morte e poi giustiziato.

La pratica di queste attività illegali continua anche sotto l’amministrazione Obama, forse l’unico che avrebbe potuto effettuare una svolta. Le operazioni però saranno almeno sottoposte a livelli di controllo maggiori da parte del Dipartimento di Stato per impedire l’utilizzo di metodi di tortura.


Per ora queste operazioni hanno portato ad un solo processo conclusosi il 4 novembre 2009 a Milano.
Il processo riguardava il sequestro dell’imam egiziano Abu Omar avvenuto il 17 febbraio del 2003 ad opera di 26 membri della CIA, tra cui l’allora capo della CIA e referente per l’Italia Jeff Castelli e l’allora capo della sede milanese Robert Seldon Lady, e 6 membri dei servizi segreti italiani, tra cui l’ex direttore del SISMI Nicolo Pollari ed il suo vice Marco Mancino.
Abu Omar ,rilasciato quattro anni dopo, dichiarava di essere stato torturato al Cairo dove afferma di essere stato sottoposto a elettroshock ed a altre torture.
Il governo italiano,allora presidente era Berlusconi, negò di essere stato messo al corrente dell’operazione ed altrettanto fece il direttore del Sismi che, di fronte alla Commissione di inchiesta del Parlamento Europeo, dichiarò la sua totale estraneità dall’operazione condotta dalla CIA.
Dichiarazioni smentite dall’agente dei Carabinieri, Maresciallo del Ros, Luciano Pironi che ammise di aver preso parte al sequestro in quanto parte di un’ operazione coordinata dal Sismi.
Testimonianza confermata da Michael Scheuer, ex funzionario della Cia: “Il protocollo - aveva infatti spiegato Scheuer - prevede che il capo della Cia in Italia comunichi i dettagli dell'operazione di rendition al suo parigrado e interfaccia nell'intelligence del Paese alleato. Nel caso dell'Italia, il direttore del Sismi o il suo numero due".

Il processo si è concluso con la condanna ad 8 anni di carcere per Lady, a 3 anni per Pio Poma e Luciano Seno, entrambi funzionari del Sismi, e a 5 anni per gli altri 22 agenti della CIA, mentre Castelli ed altri due statunitensi hanno evitato la condanna grazie all’immunità consolare.
Mancini e Pollari sono stati definiti in giudicabili per via del segreto di stato.
Il giudice Magi ha infine condannato tutti gli imputati, ritenuti colpevoli al risarcimento a titolo di provvisionale di un milione di euro nei confronti dell' ex imam e ha previsto una provvisionale di 500 mila euro per la moglie di Abu Omar, stabilendo che l' entità del risarcimento per l' ex imam e la moglie venga poi liquidato in sede civile.
Difficilmente i condannati però sconteranno la pena in quanto si sono rifugiati in un altro paese ed inoltre la nuova amministrazione Obama non sembra disposta a collaborare per fare giustizia.
Comunque il processo e la condanna rimangono un verdetto esemplare che renderà almeno più difficile commettere simili abusi contro i diritti umani.
Il pubblico ministero Armando Spataro ha definito la sentenza “un chiaro messaggio a tutti i governi: anche nella lotta contro il terrorismo non si possono abbandonare i diritti fondamentali delle democrazie”.

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