mercoledì 12 ottobre 2011

Carceri afghane sotto accusa

Le carceri afghane sono ancora sotto accusa.
Dopo le notizie divulgate dalla Bbc a settembre, puntualmente smentite dal governo che le ha etichettate come notizie politicamente controllate, questa volta è un rapporto del Unama, la missione delle Nazioni Unite in Afghanistan, del 10 ottobre a denunciare le violenze subite dai detenuti nelle carceri.

Sulla base di testimonianze di 379 detenuti, reclusi in 47 prigioni del paese, l’Onu ha potuto constatare che “I servizi segreti e la polizia afghana torturano sistematicamente detenuti, anche bambini, in numerose carceri, violando sia la legge nazionale che quella internazionale”.
Il rapporto descrive e denuncia “un approccio alla tortura altamente organizzato”.
Il 46 % dei detenuti intervistati a denunciato abusi da parte degli agenti carcerari.

Una delle prigioni sotto accusa, situata nella provincia di Herat è stata ristrutturata e riattivata tramite finanziamenti italiani, 91 mila euro.
All' inaugurazione del carcere nel 2010 Abidullah Ghalib, ministro della giustizia del governo Karzai, dichiarò : “Sono oggi testimone di un concreto esempio di valida cooperazione instauratasi tra le autorità governative della provincia di Herat ed il Regional Command West di ISAF. Un Paese sicuro è un Paese che investe nella giustizia.Mediante questo progetto, infatti, i detenuti avranno la possibilità di seguire specifici corsi di recupero professionale che consentiranno loro, un domani, di potersi reinserire nella società ed assicurarsi migliori prospettive di vita”.

Nel rapporto è precisato che le violenze non sono il risultato di una politica di governo come ha ribadito l’ inviato delle Nazioni Unite in Afghanistan, Staffan de Mistura: “la tortura non è una prassi istituzionale nè una politica del governo” che ha anche sottolineato la collaborazione all’indagine del governo.

Da settembre l’Isaf ha proibito il trasferimento di prigionieri verso sedici delle carceri riportate nel rapporto.

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